I dati Istat sul calo dei matrimoni in Italia dal 2008 al 2014

L’Istat, nei giorni scorsi, ha diffuso dati piuttosto negativi per quanto riguarda i matrimoni celebrati in Italia: sebbene ci occupiamo del giorno più bello in tutte le sue sfumature, per coerenza, è necessario riportare gli ultimi studi statistici in merito alle nozze italiane.

Con un’analisi dati che si rivolge al periodo di tempo tra il 2018 ed il 2014, si è visto un calo di oltre 57mila unità (10mila matrimoni l’anno in meno di media, nel quinquennio 2009-2013), con unioni di fatto, invece, raddoppiate (nel 2014 le coppie conviventi in Italia sono 641.000, dieci volte in più del 1994).

La contrazione delle nozze, in effetti, concerne le prime unioni matrimoniali tra sposi di cittadinanza italiana: 142.754 nel 2014, oltre 40.000 in meno negli ultimi cinque anni (il 76% del calo complessivo).

L’Istat spiega ciò in questo modo: “…La diminuzione dei primi matrimoni è dovuta, in parte, ad un «effetto struttura», legato al cambiamento nella composizione della popolazione per età. La prolungata diminuzione delle nascite, che dalla metà degli anni ’70 e per oltre 30 anni ha interessato il nostro Paese, ha infatti determinato una netta riduzione della popolazione nella fascia di età in cui le prime unioni sono di gran lunga più frequenti, quella tra 16 e 34 anni. Nel 2014 i giovani di cittadinanza italiana 16-34enni sono poco meno di 11 milioni, oltre 1 milione e 300mila in meno rispetto al 2008”.

La prima volta ci si sposa sempre più “maturi”, com un calo del 25% per prime nozze sotto i 35 anni: nel 2014, la media d’età si stabilisce a 34 anni per gli sposi ed a 31 per le spose (aumento di un anno rispetto ai dati 2008).

La propensione a sposarsi cala vigorosamente, con, sempre nel 2014, 421 primi matrimoni per 1.000 uomini e e 463 per 1.000 donne (in percentuale, valori inferiori per il 18,7% ed il 20,2% rispetto al 2008).

Anche in merito a questa minore propensione al primo matrimonio, l’Istat interviene, spiegando che:” essa è è da mettere in relazione con i mutamenti sociali che da alcuni decenni si vanno progressivamente diffondendo e amplificando da una generazione all’altra, determinando eterogeneità nelle modalità e posticipazione dei tempi di costituzione della famiglia. Ad articolare i percorsi familiari è in particolare la diffusione delle unioni libere, che in alcuni casi rappresentano una fase di preludio al matrimonio, ma che possono anche ricoprire un ruolo ad esso del tutto alternativo. Le unioni di fatto sono più che raddoppiate dal 2008, superando il milione nel 2013-2014. In particolare, le convivenze more uxorio tra partner celibi e nubili arrivano a 641mila nel 2013-2014 e sono la componente che fa registrare gli incrementi più sostenuti, essendo cresciute quasi 10 volte rispetto al 1993-1994″.

Ancora, il 43% dei matrimoni preferisce il rito civile (55% al Nord e 51% al Centro-Sud)): in pratica le nozze civili hanno superato quelle religiose, affermandosi anche nel caso dei primi matrimoni di coppie italiane, dal 20% nel 2008 al 28,1% nel 2014).

I matrimoni in cui almeno uno dei due sposi è di cittadinanza straniera sono circa 24mila (pari al 12,8% delle nozze celebrate nel 2014), in calo di 1.850 unità sul 2013; questa diminuzione è dovuta soprattutto alle nozze tra stranieri: e nozze con un coniuge italiano e l’altro straniero ammontano a 17.506 nel 2014; la tipologia prevalente è quella in cui è la sposa ad essere straniera (13.661 nozze, il 78% di tutti i matrimoni misti) ed una su due ha la cittadinanza di un paese dell’Est Europa.

Per quanto riguarda le seconde (o successive) nozze, essoe sono in leggera flessione per valore assoluto (30.638 nel 2014), mentre la loro incidenza sul totale dei matrimoni è in aumento (16,1% del 2014 contro 13,8% del 2008).

Infine, separazioni e divorzi stanno trascorrendo una fase di assestamento, con 89.303 separazioni e 52.335 divorzi nel 2014 (ossia il +0,5% ed il -0,6% rispetto al 2013).

A causa di prime nozze più mature, poi, l’età media della separazione è di 47 anni per i mariti e 44 per le mogli, mentre, per il divorzio, rispettivamente, è di 48 e 45 anni; inoltre crescono le separazioni con almeno uno sposo ultrasessantenne (7,5% nel 2014); il 76,2% delle separazioni e il 65,4% dei divorzi riguardano coppie con figli, con l’89,4% dei casi a scegliere l’affido condiviso dei figli.

Insomma, un quadro pessimista, ma reale, per quanto riguarda il settore dei matrimoni, fortemente scosso anche da una pesante crisi economica, di cui, ancora, si sentono indiscutibili strascichi.

Nota positiva dello studio Istat? In Italia, il matrimonio, almeno dura in media 16 anni.